Dalle gang alle Crew
Nel 1974 le gang cominciarono a disgregarsi per questioni di droga: venivano decimate dagli arresti o dagli scontri con le altre bande e molti fondatori morivano a causa dell'eroina. Questa situazione creò un sentimento di ribellione a una situazione che aggiungeva tensioni alle già difficili condizioni di vita. Per questo le gang cominciarono a lavorare per eliminare il problema della droga, in quartieri dove le forze dell'ordine e le istituzioni politiche sembravano averlo favorito. Le gang cominciarono a coalizzarsi contro i pusher del luogo, ma spesso il pusher faceva parte della loro comunità o era cresciuto con loro, quindi, secondo il loro punto di vista, un cosiddetto "fratello". Si cominciò, quindi, ad arruolare mercenari provenienti da altri comunità perché portassero a termine il cosiddetto "lavoro sporco”. L’arruolamento è un elemento importante, in quanto rappresenta il primo passo verso l’apertura: non si è più confinati in quartieri o soggetti isolati, ma ci si coalizza contro un problema comune, per una lotta nuova che porti alla crescita della comunità e all’eguaglianza. Per la prima volta le gang non combattevano più tra loro, ma cercavano insieme di vincere la miseria, la disperazione e la povertà. Questo nuovo spirito portò alla nascita della CREW, contrapposta alla gang, ossia un gruppo di persone accomunate da interessi, obiettivi e stati d’animo. La crew offriva la stessa protezione della gang, ma, in maniera positiva, in quanto indirizzava la lotta non contro altri quartieri, bensì contro le istituzioni, contro la povertà, nel tentativo di migliorare la propria condizione e quella della comunità. Nascevano sotto le case, dove i ragazzi si ritrovavano a bere, a fumare erba ed a passare il tempo tra divertimenti e ricerca di guai. Ben presto queste crew divennero una famiglia per i loro componenti, che arrivavano da situazioni familiari disastrose, offrendo loro appoggio e sicurezza, garantendo loro il rispetto degli altri. Se non si fa parte di una crew si è come orfani, in balia delle brutture dell’uomo. La scelta dei membri non è casuale. Ogni componente deve dimostrare di poter dare un contributo alla causa perché tutti devono partecipare in maniera attiva alla crescita della comunità. Per selezionare nuovi membri qualche crew istituisce veri e propri riti di iniziazione, arrivando, ad esempio, a mettere la matricola in mezzo a dieci/dodici persone e a riempirla di botte. Questo è un prezzo che viene pagato volentieri, in quanto è niente in confronto all’isolamento: se si è soli si è deboli. I legami all’interno di una crew erano qualcosa di indistruttibile: non si tratta solo di un gruppo di amici, si sostituisce proprio alla famiglia, in quanto spesso questi ragazzi vivono situazioni complicate e inesistenti, la violenza domestica o l’indifferenza sono realtà con cui si è costretti a fare i conti fin dalla nascita. Nella crew si divide e condivide tutto perché è la famiglia, è il gruppo in cui si mette in secondo piano sé stessi per rappresentarlo, è un mezzo per riaffermare con fierezza le proprie origini, è il luogo dove la consapevolezza si consolida, dove si rappresenta la propria gente e si lotta per essa e questo genera orgoglio.
Negli anni Settanta imperava un forte bisogno di identificazione, di esigenza di rappresentare il proprio quartiere e la propria cultura facendo in modo di diffonderla per tutta la città, questo era l’obiettivo della crew. È un’istituzione, votata alla tutela dei suoi elementi e basata sul “mutuo soccorso”. Specialmente le ragazze, maggiormente esposte alla violenza domestica, finivano con il legarsi visceralmente alle amiche che componevano la crew e che spesso venivano da situazioni simili. Infatti, non solo i membri si proteggono a vicenda, ma se una crew femminile ha bisogno di protezione, interverrà sempre una crew maschile. La crew organizzava i cosiddetti "party fuorilegge", ossia momenti in cui gli appartenenti si aggregavano e si univano nello svago, nel fumo, nell'alcool, ma pur sempre uniti. Inoltre forniva servizi socialmente utili, a volte più efficaci di quelli istituzionali. Alcuni gruppi aiutavano a produrre eventi ricreativi, organizzavano incontri per i giovani e con persone che parlassero con loro, aiutavano le ragazze madri lavoratrici facendo baby-sitting, etc.
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Leggi la prima parte: La storia dell'hip hop, le origini